Analizzare l’anno vissuto con il COVID nelle realtà a tutti note come RSA, è una esperienza emotivamente forte.

Da un lato le STORIE BELLE come quella di ADA, centenaria ospite a Lessona alla Residenza Maria Grazia nota Struttura del Biellese Orientale, gestita da Fondazione Cerino Zegna di cui sono Direttore Generale e di cui hanno mirabilmente scritto il suo medico curante dott.ssa Carla Furno e il Direttore Sanitario dr Roberto Terzi.

Dall’altro lato troviamo invece il Cambiamento che le Strutture hanno subito dopo mesi di tragiche fatalità e lutti.

Le RSA tutte, ed in particolare quelle del Cerino Zegna, hanno una storia di decine di anni impiegati a trasformarsi da istituzioni chiuse e totalizzanti in LUOGHI di VITA Sociale e di Riabilitazione a tutto campo; con il COVID sono ripiombate nella chiusura.

Sono tornate ad essere Luoghi/non luoghi, spazi di attesa sospesi senza quell’anima che erano state capaci di conquistarsi in anni di duro lavoro e di professionalità in grado di far coesistere benessere con sanità e bisogni assistenziali, con obiettivi di vita vissuta nonostante l’età, le patologie, le perdite di autonomia che la vecchiaia per fortuna regala, pena il perire giovani!

Oggi, dopo un anno dall’insorgenza del COVID, questo aspetto si fa sentire forte a fronte di una riorganizzazione GIUSTAMENTE votata alla salvaguardia della salute.

Peccato che tali aspetti riorganizzativi richiedano in primis una rinnovata presenza di personale medico e infermieristico ben al di là di quanto è previsto dalle norme vigenti.

Quindi eccoci alle criticità più evidenti di queste “Nuove RSA”: in prima linea la carenza di Medici e di Infermieri spesso sottratti dagli Ospedali così come gli Operatori Socio-Sanitari, l’incremento di Costi per l’acquisto dei DPI ancora in attesa di Ristori dalla Regione, a fronte di una costante e continua riduzione delle quote sanitarie che impongono alle famiglie di rivolgersi in forma privata alle Strutture.

Per fortuna, ed è una nota positiva, lo screening quindicinale per tutti tramite test rapidi offerti dalla Regione così come le Vaccinazioni che entro la metà di febbraio saranno concluse in tutte le RSA del Cerino Zegna con un grande risultato di adesione tra Residenti e Dipendenti ben oltre il 90%. Per questo un grande GRAZIE a tutti per la sensibilità e responsabilità sociale dimostrata!

Se quindi sommiamo la criticità della “chiusura” ai familiari visitatori amici volontari ecc alle sopraddette criticità organizzative, soprattutto la componente socio-sanitaria, da più parti evocata ma NON sostenuta dalla Sanità pubblica, si comprende come l’anelito alla domiciliarità, ad un ritorno ad una Sanità Territoriale,  non contempli un ruolo alle RSA.

E si comprende anche molto bene il grido d’allarme delle Strutture che con netta riduzione dei loro potenziali non riusciranno più a sostenersi pur in una ascesa demografica corposa di popolazione ultraottantenne.

Le RSA perciò si domandano: Che fare?

A mio modesto parere guardando al futuro credo debbano RESISTERE potenziando ed espandendo la cultura della qualità, dell’inclusione, della vita vissuta, del benessere possibile fino all’ultimo giorno.

INVESTIRE considerando come ricaduta della RSA sia anche a dare lavoro a tante persone/famiglie

UNIRSI e fare sinergie poiché essendo un settore “produttivo” con un grande indotto, possiamo sempre più rappresentare nel Biellese un cambio di rotta. 

RINNOVARE l’offerta spingendo per essere fulcro della Rete dei servizi per la popolazione anziana concertando con le altre forze sociali le risposte efficaci ed efficienti necessarie ad Anziani e loro famiglie, per una domiciliarità possibile.

E concludo dicendo GRAZIE ADA,  Grazie a tutti gli altri Residenti,  alle loro Famiglie, a tutti i Dipendenti Ai Volontari agli Amici che con i vostri esempi ci date la forza per intraprendere un nuovo futuro consapevoli di dover cambiare ma nel solco di una importante Missione consegnataci dal passato.

Paola Garbella

Direzione Generale Fondazione Cerino Zegna