Alla scoperta del “GIARDINO RITROVATO”
Alla scoperta del “GIARDINO RITROVATO”
Il “giardino Alzheimer”, inaugurato sabato 15 giugno alla Residenza Ines e Piera Capellaro di Mongrando, è un’area verde appositamente progettata per promuovere e migliorare la salute e il benessere delle persone, i cui benefici possono essere ottenuti attraverso un’esperienza di tipo passivo (guardare il giardino, stare seduti in giardino) o un coinvolgimento attivo (giardinaggio, stimolazione cognitiva).

Molto spesso i fruitori di questi spazi non sono solo soggetti fragili, ma anche i familiari, che hanno un carico psicologico enorme da dover gestire, e gli operatori stessi.

I GIARDINI TERAPEUTICI: COSA SONO E PERCHÉ SONO EFFICACI?

É ormai noto come l’ambiente di vita di persone affette da Alzheimer debba essere rimodellato per rispondere alle loro esigenze: l’azione di cura e di tutela o “approccio protesico” chiama in causa non soltanto le persone, ma anche gli spazi.

Il “GIARDINO RITROVATO” è, dunque, progettato per gestire i disturbi comportamentali, caratteristici della malattia di Alzheimer:

  • deambulazione afinalistica (wandering), i tentativi di fuga
  • Attraverso la creazione di uno spazio sicuro e ricco di elementi come piante e fiori da poter osservare, toccare e annusare si riduce la ripetitività e la compulsività del comportamento. La possibilità di esplorare gli spazi in autonomia garantendo la sicurezza permette di spostare il focus attentivo su altri stimoli riducendo il comportamento-problema
  • ansia, stress e aggressività
  • Caratteristico della malattia di Alzheimer è la manifestazione, in particolare in alcune fasi della giornata, di comportamenti ansioso/aggressivi. La possibilità di ricorrere ad interventi non farmacologici, con attività individuali personalizzate riconducibili anche alla storia personale, consente di gestire questi momenti riducendo lo stato di stress. Sono stati inseriti spazi attrezzati (lavatoio, stendino, pollaio e casetta per gli attrezzi) che attingono alla memoria di gesti antichi (non dimentichiamo che i nostri utenti sono ancora legati ad una memoria rurale) per poter svolgere tali attività
  • perdita della memoria a breve termine e dell’orientamento spazio-temporale
  • Durante le passeggiate in giardino, osservando fioriture stagionali chiaramente riconoscibili, è possibile, in modo informale, facilitare un orientamento temporale. I fiori con i loro colori e profumi vanno a suscitare emozioni che possono essere da stimolo per attività cognitive di reminiscenza.L’angolo di Rosanna, ubicato in una zona tranquilla del giardino, consente momenti di raccoglimento, quiete e riflessione. In questa zona è stata posizionata la statua della Madonna Nera di Oropa, che ha come funzione sia quella di creare un luogo di culto, che quella di un ancoraggio al territorio.
  • riduzione delle capacità di coordinamento motorio
  • I vari spazi del giardino offrono l’opportunità di stimolare le abilità prassiche e cognitive residue con lo svolgimento di attività occupazionali. In appositi vasconi ergonomici è possibile svolgere attività di giardinaggio e orticultura (dalla semina, alla cura, alla raccolta e consumo). Inoltre, lo spazio esterno consente di svolgere attività di Pet Therapy sia con i cani, che attraverso la cura delle galline e del loro pollaio.

Per la progettazione degli spazi, inoltre, è fondamentale ricordare che la percezione spaziale del malato di Alzheimer si trasforma progressivamente nel tempo; alcune persone allo stato iniziale della malattia parlano di “sgretolamento” delle forme e dei colori dell’ambiente di vita, perciò, anche delineare con colori forti le aree è molto importante per dare riferimenti precisi e sicurezza (arancione della cartellonistica).

Il GIARDINO RITROVATO, in sintesi, risponde alla necessità di ricreare un ambiente piacevole e stimolante per le persone con decadimento cognitivo, riducendo il ricorso alla contenzione, inducendo uno stato di fiducia e benessere generale che limita i comportamenti aggressivi o di apatia, che promuove l’autostima, le relazioni e l’integrazione sociale.

Sara Pretti (psicologa)

Martina Prescianotto (Terapista Occupazionale)

Luisa Gardin (Terapista Occupazionale)