18 Marzo: Giornata nazionale del ricordo
AD 1 ANNO DALLA PANDEMIA LA FONDAZIONE CERINO ZEGNA
Non possiamo raccontare questo ultimo anno senza che il pensiero corra, immediato, agli anziani che ci hanno lasciati.
Marzo 2020 ci resterà impresso per le morti che ha portato con sé, per l’affanno con cui abbiamo lottato per tenere sotto controllo il contagio, per il senso di impotenza di fronte ad una pandemia tanto sconosciuta quanto letale.
Marzo 2020 è il ricordo indelebile delle persone che se ne sono andate, senza la possibilità di essere vegliate.
Nei mesi successivi, tra momenti di sbigottimento, paura, incertezza e confusione, abbiamo provato a ricominciare.
Prima di tutto garantendo nuove modalità per mettere in contatto residenti e familiari nel rispetto delle regole anticontagio, con le strutture chiuse (e lo sono ancora), reso possibile grazie alla creatività dei tanti dipendenti e alla generosità dei tanti Amici donatori, con molteplici soluzioni dalle Videochiamate alle Stanze degli Abbracci.
Poi perseguendo e raggiungendo la STABILIZZAZIONE DEI CONTAGI E la SICUREZZA DEL e NEL LAVORO per tutti i dipendenti: forniture appropriate e continue di DPI, linee guida per la gestione degli ingressi, monitoraggi e screening periodici quindicinali. Il tutto nella massima TRASPARENZA e con la continua trasmissione di informazioni agli organismi ufficiali preposti per l’emergenza, DIRMEI – USCA- ASL.
Infine riprendendo quella CURA che non può essere solo Sanitaria ai nostri Anziani Residenti attraverso un continuo miglioramento e la ricerca costante di sistemi per facilitare il contatto con le famiglie, con personale specifico a ciò dedicato, figure professionali quali, Animatori, Psicologa, Educatori, acquistando le attrezzature ed i dispositivi necessari e, soprattutto, attraverso la graduale ripresa delle attività ricreative, socializzanti e riabilitative.
Ma, nonostante la riorganizzazione dei servizi ed i chiari segnali di contenimento dei contagi, oggi, dopo un anno dall’insorgenza del COVID, le criticità che già c’erano e che il COVID ha solo accelerato, permangono e sono sottoposte alle Autorità Pubbliche locali, regionali, nazionali e TUTTI auspichiamo a breve che siano affrontate, pena la scomparsa di molte strutture soprattutto quelle di più piccole dimensioni. E ben si comprende come il grido d’allarme lanciato da tutte le RSA sia da ascoltare anche in considerazione della ascesa demografica corposa di popolazione ultraottantenne che attende i prossimi 30 anni.
E oggi, 18 Marzo, Giornata nazionale in memoria delle vittime del COVID, ci uniamo simbolicamente a tutta l’Italia guardando al futuro.
Un Futuro che Cerino Zegna inizia a intravedere luminoso perché:
- la recente CAMPAGNA VACCINALE, unitamente a tutti gli altri provvedimenti presi, consegna al territorio tutte le Strutture RSA (Occhieppo Inferiore, Lessona e Mongrando) della Fondazione completamente COVID FREE quindi Luoghi SICURI per la Cura Residenziale degli Anziani e il sostegno alle loro famiglie;
- la Riapertura del CDA di Mongrando, propone una applicazione concreta di quella Domiciliarità Possibile e da tutti auspicata. E questa iniziativa sarà a breve seguita dalla riapertura del Centro Diurno Integrato a Lessona.
Proprio a questa Nuova Luce vogliamo dedicare uno spazio speciale riportando la testimonianza di una Figlia la cui Mamma frequentava il CDA di Mongrando prima del COVID e le conseguenze che ha dovuto affrontare per la sua chiusura.
“Raffaella racconta come nel 2019 si indirizzò al servizio semiresidenziale denominato C.D.A. perché la mamma, non del tutto autosufficiente nelle mansioni quotidiane, aveva bisogno di una costante sorveglianza tutelare.
Gloria, che viveva a casa con il marito, cominciava a dare segnali di una certa irrequietezza, durante la giornata manifestava affaccendamento, continuava a spostare e sistemare cose, con una crescente difficoltà per il coniuge a seguirla.
I figli, per tutelare il padre, si rivolsero al Centro Diurno e, non appena visti gli ambienti, colorati e luminosi, e conosciuto il programma di attività, si son sentiti subito rassicurati. Raffaella precisa di aver pensato, rassicurata, che la mamma, amante della compagnia, si sarebbe trovata bene.
Quindi l’inserimento al CDA di Mongrando per il quale Gloria aveva ottenuto la quota di convenzione con l’ASL BI.
Raffaella racconta che, già dopo i primi giorni, la mamma aveva manifestato di gradire questo cambiamento, si era tranquillizzata, rientrava a casa serena dopo aver trascorso giornate piacevoli e ricche di occupazioni.
Per la Sig.ra, il pulmino che l’andava a prendere la mattina, rappresentava la partenza per una gita. “L’autista, ci dice Raffaella, arrivava sorridente e la sua mamma partiva allegra”.
Poi la chiusura, inizio Marzo 2020, causa COVID, traumatica, improvvisa ed, inoltre, concomitante con l’impossibilità per i figli di andare a far visita ai genitori, temendo il diffondersi del contagio.
Gloria durante il mese di marzo è diventata via via più confusa, incerta, vedere i figli dal balcone, senza capirne il motivo, non poter uscire da casa … l’ha portata ad essere sempre più nervosa.
Ad aprile e poi con maggio il nervosismo è sfociato in aggressività: Gloria trascorreva intere mattinate dando in escandescenza, arrivando ad urlare, passando da una stanza all’altra e lanciando perfino gli oggetti.
Si è subito pensato di ricorrere ad una badante, soprattutto per tutelare il padre, ma la situazione di insofferenza non è migliorata. Certo, l’aiuto di un’assistenza è stato indispensabile per supplire al ridursi delle autonomie, ma non ha rimediato al vuoto delle giornate.
Raffaella ricorda l’impotenza di lei e suo fratello, di fronte alle telefonate dal padre, disperato. Ricorda che dal ricevitore sentiva la mamma, una donna sempre stata tranquilla, gridare, quasi fosse impazzita.
A questo punto, oltre alla preoccupazione per la madre, si sono trovati a dover affrontare anche l’ansia per lo stato di salute del papà. Si sono rivolti alla Geriatria per un sostegno a quella situazione, ma, causa pandemia, non hanno potuto trovare un supporto immediato, e, quindi, sono ricorsi ai farmaci.
Infine, la scelta dolorosa della istituzionalizzazione in RSA, inevitabile.
La malattia, poi è progredita molto in fretta, ora la mamma Gloria è serena, ma completamente non autosufficiente ed un rientro al domicilio impossibile.
Figli e familiari possono costantemente trovare la mamma, sia in visite attraverso le vetrate che nella camera degli abbracci, Raffella pensa e spera che mamma Gloria riconosca i visi famigliari, anche se non ricorda più chi sono.
Resta un rimpianto, conclude Raffaella, è che la chiusura del Centro Diurno CDA di Mongrando nel Marzo scorso, ha sicuramente fatto precipitare la situazione aggravando la sintomatologia patologica mentre, quasi sicuramente, una gestione Domiciliare con CDA avrebbe permesso alla sua mamma, al papà, al fratello, una vita familiare, ancora per alcuni anni a venire”.
Grazie Raffaella per il coraggio di questa testimonianza!
La Fondazione Cerino Zegna la pensa come te, per tutti coloro che frequentavano il CDA a Mongrando e anche quello Integrato di Lessona e che oggi o non ci sono più o hanno dovuto prendere altre strade.
Cercheremo di restituire questo importante servizio alla Comunità sicuri che i Servizi per gli Anziani e le loro famiglie siano un INSIEME di risposte che una Fondazione come la nostra è in grado di declinare nei tanti livelli di necessità che costellano l’invecchiamento, un grande Dono per le persone, diventare Vecchi, una opportunità, da troppi anni ritenuta solo un problema da risolvere o peggio un costo per la società!